UN’AZIENDA, UN TERRITORIO, UNA STORIA UNICA
Bosca e Canelli. Sarà banale dirlo, ma queste due storie sono strettamente connesse. Una all’altra, ogni giorno di più. I motivi? Tanti.
Vuoi perché la longevità di Bosca – un’azienda bi centenaria guidata sempre dalla stessa famiglia (oggi siamo alla sesta generazione!) – rappresenta un caso rarissimo nel panorama italiano e internazionale.
Vuoi perché a Canelli, buona parte della popolazione – e non potrebbe essere altrimenti in 190 anni – ha avuto o ha a che fare con l’azienda. Per amicizia, lavoro, formazione: intere generazioni di canellesi, in un modo o nell’altro, l’hanno incontrata sulla loro strada.
Vuoi perché il territorio di Canelli – che ospita le cantine, lo stabilimento e la foresteria – rappresenta fisicamente il cuore pulsante di Bosca.
Insomma, se diciamo che il legame tra Bosca e Canelli è indissolubile, non siamo retorici. Anzi.
A questo aggiungete anche, che come molti imprenditori illuminati del passato e della sua regione – Zegna a Biella, Leumann a Torino e Olivetti a Ivrea, tanto per citare i più famosi – Luigiterzo Bosca già nel secolo scorso credeva fortemente nella valenza sociale dell’interazione azienda-territorio: “Occorre restituire alla società almeno un pò di quanto la società ci ha dato”, questa è una sua massima storica. E questa, a distanza di decenni, è una frase che ancora guida l’operato sociale di Bosca.
Solo per chiarezza: parlarne qui non vuole essere una forma di vanto o di auto-celebrazione. Tutt’altro. È una restituzione, un modo per dire grazie. A tutte quelle realtà presenti sul territorio con le quali Bosca continua a sviluppare proficue e significative relazioni condividendo emozioni intense, profondi valori, desiderio di crescita.
Perciò, grazie.
Alle realtà sportive del territorio, intanto. Come le società di pallavolo Cuneo Grande Volley e Volley Valle Belbo. Come le società di calcio della Virtus Canelli e del Costigliole d’Asti. Come l’associazione sportiva ciclistica Pedale Canellese e il Circolo del Tennis di Canelli. Di tutte queste, Bosca non è soltanto sponsor o partner. Ma vera e propria tifosa. Una sostenitrice appassionata, convinta, partecipe. Che nello sport ritrova e con lo sport condivide grandi princìpi di valore sociale.
Poi, grazie alle istituzioni.
Come il Comune di Asti, con il quale Bosca ha stretto un accordo per manutenere il palazzetto dello sport (ora PalaBosca) e sostenere così concretamente quello che è un grande aggregatore sociale della zona.
Come il C.I.S.A. (Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale) Asti Sud, che con il supporto di Bosca e il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Canelli, ha reso possibile la realizzazione del Centro Polifunzionale “Luigiterzo Bosca” di Canelli, un punto di vera accoglienza e conforto che sostiene e accoglie bambini e famiglie.
E, infine, grazie a tutte quelle realtà che onorano i luoghi di Bosca, realizzandovi importanti iniziative culturali, ricreative e sociali a beneficio dell’intera collettività: l’ultima, in ordine cronologico, è stata il Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo, che con il prestigioso Quintetto d’Archi della Berliner Philharmoniker, ha portato la sua musica nel cortile delle cantine Bosca.
A tutti, di nuovo, con autentica riconoscenza: grazie.
Poter restituire qualcosa al territorio, con progetti ad alto valore sociale, ci rende orgogliosi. Ci anima, ci coinvolge. Nutre profondamente i nostri più sinceri sentimenti. Gli stessi che risuonano, di nuovo, in una frase di Luigiterzo: “Un’azienda non nasce mai se non c’è un legame con il territorio”.
Queste parole, oggi come allora, raccontano ancora la nostra storia: