L’affinamento del vino: che cos’è?
Oggi parliamo di affinamento del vino. Argomento complicato e poco utile? Assolutamente no.
Anche se a primo impatto, l’affinamento del vino può sembrare una tematica molto tecnica che non riguarda direttamente il consumatore, vi dimostreremo il contrario.
Oggigiorno il mercato offre una scelta sempre più ampia e variegata di vini che rendono difficile l’orientamento al momento dell’acquisto. Quante volte, infatti, abbiamo letto sull’etichetta di una bottiglia informazioni riguardanti la tipologia di affinamento del prodotto, senza comprenderle totalmente? Ecco perché vogliamo venirvi in aiuto.
Iniziamo con il significato del termine.
Con affinamento si intende quel periodo di tempo, più o meno lungo, che consente al vino di assumere i caratteri organolettici completi ed equilibrati che lo caratterizzano. Tale delicata fase avviene in appositi vasi vinari che racchiudono, per tutto il periodo necessario, il prezioso vino. La scelta del vaso è fondamentale. Analizziamo ora insieme le differenti tipologie esistenti.
Vasi vinari in acciaio
L’acciaio è un materiale chimicamente inerte con un’ottima conducibilità termica. Tali caratteristiche lo rendono particolarmente idoneo alla fermentazione.
La loro struttura permette un agevolato controllo della temperatura interna che le rende particolarmente adatte all’affinamento dei vini bianchi. Questi ultimi, infatti, caratterizzati dalla tipica freschezza ed acidità trovano in questi vasi l’ambiente ideale per il loro invecchiamento. L’acciaio infatti garantisce un ambiente sterile che non dona proprietà e non sottrae nulla al liquido contenuto al suo interno. Tali vasche sono ideali anche per la presa di spuma e l’affinamento sui lieviti di bianchi spumanti come il Piemonte DOC e il Prosecco DOC.
Vasi vinari in cemento
Caratterizzate da una forma geometrica rettangolare o quadrata, le vasche in cemento sono realizzate in calcestruzzo. Internamente le superfici sono ricoperte con malta di cemento, lisciate e trattate accuratamente con delle resine epossidiche. Tali vasche sono maggiormente idonee per la fermentazione e un breve stoccaggio del vino nuovo, rispetto all’invecchiamento vero e proprio. Raro infatti leggere tale tipologia di affinamento sulle etichette.
Vasi vinari in legno
È la volta del legno. I vasi vinari in legno destinati all’affinamento sono comunemente noti come “botti”. Sono principalmente utilizzate per l’affinamento dei vini rossi. La loro classica forma è quella cilindrica, ovale, oppure tronco-conica, ottenuta con doghe in legno fissate insieme grazie a cerchi in ferro. Rovere, castagno o acero? La scelta del legno è importante. Vini come il Barolo DOCG Luigi Bosca trascorrono 18 mesi all’interno di vasi in rovere che gli conferiscono i caratteristici profumi e gusti che lo rendono così esclusivo. Il legno è un materiale vivo che rilascia proprietà e che, insieme all’ossigeno che penetra attraverso le doghe, garantisce lo svolgimento dei processi di micro-ossigenazione e di affinamento del vino. Il legno è infatti in grado di fornire qualità e pregio a vini robusti come i rossi, mentre non è particolarmente adatto all’affinamento dei bianchi (tranne in alcuni abbinamenti tra particolari tipologie di legno e di vino bianco).
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