Bosca ottiene la certificazione SA8000, un importante riconoscimento dell’impegno etico e sociale profuso dal Brand negli anni.
CSR. Solo una sigla, di appena tre lettere. Ma potentissime. CSR, infatti, è l’acronimo di Corporate Social Responsibility e in ambito economico-finanziario sta a indicare tutte le implicazioni etiche e sociali collegate alla visione strategica e all’operato di un’impresa.
Tipo? Prima di scoprirlo, facciamo qualche passo indietro per capire l’innovativa portata concettuale della cosiddetta Responsabilità Sociale d’Impresa.
Il primo a parlarne, seppur indirettamente, fu niente di meno che Robespierre. Sì, avete capito bene: quello della Rivoluzione francese e… della ghigliottina. Sentite cosa disse, nel lontano 1793 davanti alla Convenzione, l’Assemblea che avrebbe trasformato la monarchia d’Oltralpe in una Repubblica.
“[…] Il diritto di proprietà è limitato dall’obbligo di rispettare i diritti altrui e non può pregiudicare né la sicurezza, né la libertà, né l’esistenza, né la proprietà dei nostri simili […] ogni commercio che viola questo principio è illecito e immorale”.
Diritto, libertà, etica. Robespierre aveva gettato semi preziosi nel mondo del commercio e dell’impresa! In molti, dopo di lui, si sono prodigati nel tentativo di curarli e farli crescere.
Filosofi, economisti, docenti universitari, istituzioni e organizzazioni internazionali. Per brevità, qui parafrasiamo un inciso del Prof. Ghidini che offre un’avvincente sintesi di come il concetto di CSR si sia affinato nel tempo, fino ai giorni nostri.
“All’impresa è richiesta una cosa nuova: di rispondere dei suoi comportamenti che incidono sul benessere di tutti gli attori sociali. […] In questo senso la CSR è un’idea nobile che rilancia la legittimazione sociale dell’impresa nei contesti economici contemporanei”.
Legittimazione sociale, forse è questa l’espressione chiave. Che determina uno storico cambio di prospettiva: il fine ultimo di un’impresa da questo punto di vista non è più soltanto il profitto, ma anche la capacità di rispondere alle aspettative di tutti i suoi stakeholder: lavoratori in primis, ma anche consumatori, fornitori e soggetti istituzionali.
Un’idea a dir poco fantastica. Ma come metterla in pratica?
A questo ci ha pensato la SAI (Social Accountability International) un’organizzazione internazionale che ha definito il SA8000, uno standard di gestione aziendale in grado di garantire le buone prassi di un’impresa.
Eccone alcune: miglioramento delle condizioni del personale, promozione di trattamenti etici ed equi, coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni all’azienda nei processi gestionali e decisionali, predilezione della prevenzione rispetto al controllo.
Insomma, il SA8000 è uno strumento che valorizza e tutela le persone di un’organizzazione, ma anche i territori in cui opera, i fornitori dei quali si serve e i consumatori ai quali si rivolge. In sintesi: valore, questo promuove e ricerca il SA8000.
E questo, dal 23 novembre scorso, è ufficialmente riconosciuto anche a noi di Bosca.
Alla nostra azienda infatti – nel settore d’impresa vitivinicolo, naturalmente – è stato riconosciuto il possesso dei requisiti del prestigioso standard SA8000:2014 in riferimento “alla protezione e miglioramento delle condizioni di tutto il personale (…) incluso tutto il personale impiegato dall’organizzazione stessa, per le seguenti attività: vinificazione, lavorazione, imbottigliamento e vendita di spumanti, vini, vermouth e bevande”.
Wow.
Insomma, qualsiasi espressione di sincera gioia ed entusiasmo vi venga in mente, è appropriata. Sì, perché tale risultato – aldilà delle formalità del caso – non costituisce soltanto un ambitissimo riconoscimento, ma offre finalmente un’espressione concreta di ciò che per generazioni in Bosca ha rappresentato (e tuttora rappresenta) la principale ispirazione del nostro lavoro quotidiano: le persone.
Questa certificazione non è per loro, questa certificazione è loro.