Torna “Film diVini – Storie di calici e pellicole”, la rubrica di Bosca dedicata alle più interessanti pellicole a tema enologico. Per questo terzo appuntamento abbiamo scelto “Napa Valley – La grande annata” (“Bottle Shock”, nella versione originale), film del 2008 di Randall Miller ispirato a un particolare episodio avvenuto a Parigi nel 1976…
Può un buon vino esaltare la percezione di un buon film così come avviene per il cibo?
È la domanda alla quale prova a rispondere la rubrica “Film diVini – Storie di calici e pellicole”, nata dall’idea di esplorare l’universo della settima arte declinata in ottica “vino” – meglio ancora se bollicine! – alla ricerca di nuove suggestioni e spunti di riflessione.
Esiste un momento preciso, nella storia del vino dell’era moderna, in cui avviene una piccola grande rivoluzione.
Siamo nel 1976 e a Parigi si verifica un episodio – divenuto poi celebre come “Judgment of Paris” – in cui, in modo sorprendente, i vini californiani trionfano sui ben più rinomati francesi, cambiando per sempre la percezione del vino americano.
Questa storia, peculiare ma non molto conosciuta al di fuori del circuito enologico, è lo spunto da cui Randall Miller ricava il canovaccio narrativo di “Napa Valley – La grande annata”.
La trama si concentra sulla vita di Jim Barrett (Bill Pullman), proprietario della Chateau Montelena Winery nella Napa Valley, e di suo figlio Bo (Chris Pine). La cantina, nonostante le difficoltà finanziarie, produce uno Chardonnay che sarà destinato a fare la storia.
Parallelamente, seguiamo le vicende di Steven Spurrier (Alan Rickman), un esperto di vini britannico che gestisce una piccola enoteca a Parigi. Con l’intento di promuovere la sua attività, Spurrier organizza una degustazione alla cieca tra vini francesi e californiani, senza immaginare l’impatto che questo evento avrà sull’industria vinicola globale.
In poco meno di due ore di durata complessiva, la pellicola di Miller celebra e racconta i modi inaspettati in cui possono emergere passione, perseveranza e talento.
Bill Pullman, nel ruolo di Jim Barrett, regala una performance particolarmente toccante, ritraendo un uomo che crede fermamente nel potenziale del suo vino, nonostante gli ostacoli. Chris Pine è un convincente Bo Barrett, un giovane che, attraverso il viaggio, trova la sua strada nel mondo enologico. Alan Rickman, con il suo inconfondibile fascino, aggiunge una nota di humor al film, rendendo il personaggio di Steven Spurrier indimenticabile.
E poi c’è la Napa Valley. Un incanto paesaggistico fotografato in modo splendido tra panorami e vigneti lussureggianti che fanno da sfondo perfetto al dipanarsi della storia. La regia di Miller ne filtra ogni stilla di bellezza trasportando gli spettatori in un viaggio visivo che celebra tanto la natura quanto il duro lavoro dietro ogni bottiglia di vino.
Sono diverse, quindi, le ragioni per cui la pellicola vale la visione. Tra queste il fatto che offre una lezione di “storia vinicola”, mostrando come la qualità e l’eccellenza, se sono reali, prima o poi emergono… anche se in momenti inaspettati.
La storia di Jim Barrett e della sua Chateau Montelena Winery è infatti una celebrazione di perseveranza ed eccellenza.
Due qualità che ci portano immediatamente a pensare al metodo di produzione degli spumanti Metodo Classico, dove la pazienza e la dedizione fanno la differenza.
E le atmosfere dorate della valle di Napa ci invogliano a stappare una bottiglia di “Mille Notti Collezione Luigi Bosca”, colmare lentamente il calice e goderci ogni singolo istante in sua compagnia.
Sfumature incantevoli, sentori intensi, sapori avvolgenti e almeno mille notti di affinamento nelle nostre Cattedrali Sotterranee.
Perché la bellezza, sa colpire dritta al cuore e rimanere nell’anima per molto, molto tempo.
TIP!
Per un’esperienza davvero inattesa, provatelo con un buon sushi. Sarà una sorpresa!