Torna “Film diVini – Storie di calici e pellicole”, la rubrica di Bosca dedicata alle pellicole più significative sul mondo del vino. In questo quarto appuntamento esploriamo “Mondovino”, il documentario del 2004 di Jonathan Nossiter, che ci accompagna alla scoperta del mondo vinicolo con un approccio critico e senza compromessi.
Può un buon vino esaltare la percezione di un buon film così come avviene per il cibo?
E ancora: può un buon vino raccontare storie di persone, territori e culture?
Sono le domande che si pone la nostra rubrica “Film diVini”, nata dall’idea di scoprire le infinite sfumature della settima arte legate all’universo enologico, attraverso pellicole capaci di esplorare e mettere in luce il fascino complesso della vinificazione e di ciò che la circonda.
La risposta a quelle domande è sì.
E vale anche per un documentario come “Mondovino”, che guida lo spettatore in un viaggio affascinante tra le vigne, esplorando le contraddizioni del mondo del vino moderno.
Diretto da Jonathan Nossiter, “Mondovino” è un documentario che racconta, senza filtri, le tensioni e le sfide del settore vinicolo a livello globale, mettendo a confronto due visioni contrapposte: da un lato, la tradizione e il rispetto delle peculiarità territoriali; dall’altro, la crescente tendenza alla standardizzazione e all’industrializzazione.
Girato tra Europa, Sud America e Stati Uniti, il documentario ospita diverse interviste a produttori, enologi e distributori, mettendo in evidenza il dibattito tra i sostenitori del vino artigianale, legato alle radici e alla terra, e i fautori di un approccio orientato al mercato globale e alla massimizzazione dei profitti.
Con uno stile unico, “Mondovino” aiuta a riflettere su quanto alcune logiche economiche possano influenzare anche la produzione vinicola.
Il tono scelto da Nossiter è critico ma equilibrato. Ogni voce porta una prospettiva diversa su un tema comune, rendendo il documentario accessibile a un pubblico ampio, non solo agli eno-appassionati.
E in questo senso, la scelta di uno stile semplice e diretto permette di comprendere molto bene tutte le dinamiche che si “nascondono” dietro ogni singola bottiglia.
Dove e quando vederlo? È stato ospitato su alcune delle principali piattaforme di streaming (ma ci segnalano si trovi anche gratis su YouTube 😉 ). Andrebbe visto in un contesto tranquillo, magari da soli in una serata dedicata al relax e alla riflessione.
Il consiglio è di accompagnarne la visione a un calice che ne rispecchi il valore e lo spessore culturale, ma con un retrogusto dolce che sappia portare sfumature di morbidezza al palato e freschezza ai pensieri.
Ecco perché l’Asti DOCG Collezione Luigi Bosca può essere la scelta perfetta.
Questo spumante dolce racchiude l’eleganza di una storia antichissima, diventata un’icona oltre i confini nazionali.
Proprio come il documentario, che esamina il fenomeno della globalizzazione del vino, anche l’Asti DOCG rappresenta un simbolo di stile e raffinatezza che si è fatto apprezzare in tutto il mondo.
La sua dolcezza, il suo aroma fruttato e la sua lunga tradizione incarnano quella stessa resistenza culturale e amore per le radici che caratterizzano molti dei protagonisti di “Mondovino”.
TIP!
Per un abbinamento sorprendente e fuori dagli schemi, provate l’Asti DOCG Collezione Luigi Bosca insieme a stuzzichini piccanti come pepite di formaggio e jalapeño. Amerete questi contrasti!