Nuovo appuntamento con “NICE TO PAIR”, la rubrica di abbinamenti WINE&FOOD firmata Bosca: puntata dedicata al pranzo del 15 Agosto.
Ferragosto. Da Feriae Augusti, la festività voluta dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. per celebrare la fine dei lavori nei campi e concedere agli agricoltori (e ai loro animali da soma) un momento di meritato riposo. Originariamente istituita per il 1° Agosto, più tardi fu associata dalle istituzioni religiose al 15 del mese, giorno dell’Assunzione di Maria al cielo.
E questa è la base storico-religiosa di una festa, che come capita con il Natale, in Italia mette d’accordo un po’ tutti. Il Ferragosto tricolore, infatti, ha una tradizione ben codificata. Non scritta né obbligatoria, magari. Ma assolutamente condivisa. Attesa. In alcuni casi perfino spasmodicamente inseguita.
Chi, d’altronde, non ricorda Enzo e Bruno, i personaggi interpretati da Carlo Verdone e Vittorio Gassman nei rispettivi film cult Un Sacco Bello e Il Sorpasso? Uno a casa, l’altro a bordo della sua Lancia Aurelia. Entrambi soli, entrambi attanagliati dalla calura agostana di una Roma deserta. Entrambi disperatamente alla ricerca di qualcuno con cui condividere il Ferragosto.
Eh sì, perché tradizione vuole che il 15 sia giorno di gite ed esodi collettivi fuori porta verso il refrigerio di montagne, colline e mare. Il giorno – lunghissimo, infinito – di pranzi luculliani, grigliate ciclopiche e banchetti pantagruelici. Tutti fondati su un’unica questione discussa, pianificata e attuata con un piglio strategico degno de L’arte della guerra di Sun Tzu: il menù.
Che mangiamo, cosa cuciniamo, chi prepara cosa, come lo portiamo? Quattro semplici domande che hanno scatenato, scatenano e sempre scateneranno discussioni interminabili.
Perciò, quest’anno, con tutto il rispetto per la tradizione, i riti e le abitudini del caso, vogliamo provare a dare nuova vita al Ferragosto con una proposta di menù (per favore, il club “Dalle 15 portate in giù non è Ferragosto!” non storca la bocca…) semplice e assolutamente praticabile. Arricchito – e qui metteremo tutti d’accordo, ne siamo sicuri – da un abbinamento di vini veramente DOC.
Dunque, ecco con il nostro 4+4.
4 portate (di cui troverete anche la ricetta in link) + 4 vini rigorosamente DOC o DOCG.
Tutto facile, insomma. Come bere un buon bicchiere di bollicine.
- L’ANTIPASTO. Insalata di calamari. Prendete gli iconici e teneri anelli di calamari, sbollentateli e uniteli alla cipolla di Tropea che dà croccantezza e condite. Olio, limone, prezzemolo. O, se preferite, timo, origano e menta. Fatto, velocissimo. Avete tutto il tempo per gustarvi l’inizio della festa con un buon calice di spumante Metodo Charmat Piemonte DOC Chardonnay blanc de blancs Esploro.
- IL PRIMO. Cous cous. O alle verdure o ai frutti di mare. Da una parte tantissimi prodotti freschi di stagione (melanzane, zucchine, taccole, pomodori, cipollotti). Dall’altra vongole, cozze e gamberi (tutti rigorosamente cotti in padella). Scegliete voi. Noi ci limitiamo a metterci le bollicine giuste. In ogni caso: spumante Metodo Charmat Piemonte DOC Pinot nero rosé Esploro.
- IL SECONDO. Un must, la Parmigiana di Melanzane. Nelle varianti che preferite (con o senza mortadella, con o senza uovo, più o meno fritte); l’importante è che la sostanza non cambi. E lo sappiamo: per molti “la Parmigiana non è un secondo”. Ma siate clementi e proviamo a risolverla. Così: prima-durante-dopo, la Parmigiana va bene sempre. L’importante è mangiarla. Magari accompagnandola con una bottiglia di vino bianco Piemonte DOC Chardonnay Luigi Bosca.
- IL DOLCE. Crostata di fichi e mandorle. Fa estate, fa scena, fa buono. E, abbinata allo spumante Metodo Charmat Asti DOCG Esploro, fa magia. Chiudendo alla grande un menù di Ferragosto davvero DOC!