BYOB: PORTATI LA BOTTIGLIA!
Dilaga il trend che vi consente di portare (e bere) il vostro vino al ristorante
Vieni a cena da noi?
Volentieri: porto da bere, ok?
Benissimo!
Da padroni di casa o da invitati: quante volte, siamo stati protagonisti di questa conversazione? Infinite, probabilmente. In fondo lo sappiamo, una bella bottiglia di vino è la classica soluzione, anche last minute, che non solo ci consente di far bella figura, ma quasi automaticamente – per una strana forma di magia – crea subito calore, affinità.
Dunque, per noi italiani “Porto da Bere” è un vero e proprio must, un’espressione dolcissima pari a “Stasera pizzetta?” o “Facciamo una cenetta insieme?”. Un modo di dire che è anche attitudine. Alle occasioni conviviali, alla socialità, alla – passateci l’iperbole – vita. “Porto da bere”. Quanto amiamo queste tre parole? Tanto, tantissimo.
Ebbene, tenetevi forte, sta arrivando un’espressione – molto simile – che sovverte completamente tutto il nostro percepito e racconta un’altra storia.
Sì, perchè dai paesi anglosassoni, gli Stati Uniti in particolare, è arrivata una nuova tendenza: il BYOB. Cos’è? Letteralmente l’acronimo di Bring Your Own Bottle (ovvero: portati la bottiglia). Fate attenzione però, perché in questo caso la sostanza cambia. E di molto. Non si tratta infatti del vino o dello spumante che si porterebbe a casa di amici, ma della bottiglia che ciascuno di noi, quando va a cena fuori, si porta…al ristorante.
Strano, ma vero. In molti paesi, infatti è prassi consolidata andare in un locale e portarsi da bere. Un’annata particolare, qualcosa da voler far assaggiare ai propri amici oppure, molto più semplicemente, la nostra bottiglia preferita.
E i ristoratori, come la prendono? A giudicare dal successo del BYOB e dal suo dilagare anche nel Belpaese, bene, anzi benissimo. Gli osti, stellati o meno, ci vedono – e come biasimarli – un’innovazione che consente di allargare la platea dei clienti e allo stesso tempo garantirne la totale soddisfazione.
Così, a chiudere il cerchio, e rendere perfettamente funzionante il meccanismo del BYOB, è stato introdotto anche un altro concetto: il cork fee, ovvero il diritto di tappo. Una sorta di compensazione economica riconosciuta al ristoratore per i servizi comunque offerti (decanter, bicchieri, mescita). Le dimensioni di questa fee variano: si va dall’applicazione di una percentuale (circa il 10%) sul valore della bottiglia a una tariffa fissa (in media in Italia circa 5/10 euro) fino al riconoscimento di un corrispettivo pari al costo della bottiglia più economica presente in carta. Alcuni, addirittura, hanno del tutto eliminato la fee e reso gratuito il servizio. Un vero e proprio inno al Cin Cin “da casa”.
E a proposito di Cin Cin, eccovi allora, un piccolo elenco di vini e spumanti Bosca dei quali, considerata la versatilità e l’inimitabile gusto, non si può proprio a fare a meno. Tantomeno a cena fuori.
Ristorante di pesce. Portate il Millegiorni Ispiro Bosca. Con i crudi di mare e la tartare di ricciola, queste bollicine Metodo Classico fanno scintille.
Se siete più in mood bistecchiera e sentite l’acquolina di carne alla brace, vi suggeriamo la favolosa Barbera D’Asti DOCG Luigi Bosca. Gli altri tavoli ve la invidieranno, garantito.
Non siete né carne né pesce? Pizza, vero? Come non essere d’accordo. Allora ricordate: in pizzeria portate una bottiglia Piemonte DOC Rosé Esploro Bosca. Le bollicine di Pinot Nero stanno alla Margherita come il Cacio sui Maccheroni. E abbiamo detto tutto!